La Segnalazione Maltrattamento

[dal sito Telefono Azzurro]

 

Alla luce del principio del superiore interesse del fanciullo, in relazione ad alcune tipologie di abuso, molte legislazioni – anche a livello europeo e internazionale – prevedono per determinate figure professionali l’obbligo di segnalazione alle Autorità competenti al fine di attivare percorsi di tutela giudiziaria per il minore.

La denuncia costituisce il primo passo necessario per avviare un intervento di tutela a favore della vittima ed attivare un procedimento penale nei confronti del presunto colpevole. La segnalazione rappresenta anche uno strumento di prevenzione e repressione del reato, nonché di emersione dello stesso, favorendo inoltre la rilevazione quantitativa del fenomeno.

La legge italiana prevede che alcuni soggetti, quali i Pubblici Ufficiali e gli Incaricati di Pubblico Servizio, nell’esercizio delle loro funzioni, abbiano l’obbligo di denuncia. Gli esercenti una professione sanitaria, invece, hanno l’obbligo di referto.

Il problema è ovviamente quello di predisporre gli strumenti più adatti all’accertamento della verità, offrendo al tempo stesso al bambino o all’adolescente vittima il sostegno e l’assistenza di cui necessita. Il percorso della giustizia, infatti, non può non tener conto del minorenne e della sua sofferenza, predisponendo gli strumenti più adeguati di sostegno per lui e per la sua famiglia.

Che differenza c’è tra reati procedibili d’ufficio e a querela? Sono reati procedibili a querela di parte tutte quelle condotte criminose che, senza la denuncia della persona offesa, non potrebbero essere perseguite dall’Autorità Giudiziaria.

Sono procedibili d’ufficio, invece, quei reati per cui non c’è bisogno della denuncia da parte della persona offesa perché l’Autorità Giudiziaria possa procedere, essendo sufficiente che al Magistrato pervenga la notizia di reato.

Quando il reato di violenza sessuale è procedibile d’ufficio?

Il reato di violenza sessuale è procedibile d’ufficio:

• se il fatto di cui all’art. 609 bis c.p. è commesso nei confronti di minore di anni 18;

• se il fatto è commesso dall’ascendente, genitore, tutore o persona a lui affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza o custodia o che abbia relazione di convivenza;

• se il fatto è commesso da un Pubblico Ufficiale o Incaricato di Pubblico Servizio nell’esercizio delle proprie funzioni.

“Bambini in trappola”, a cura del centro “TIama”.

Il testo tratto dalla presentazione del sito BAMBINI IN TRAPPOLA-

“IL PERCHE’ DI UN SITO PENSATO PER FARVI ACCEDERE I BAMBINI E I LORO CAREGIVER

Dati ISTAT 2011 attestano che in Italia nel 2010 nell’ 81,8% delle famiglie con almeno un minorenne è presente un computer e nel 74,7% è presente l’accesso a internet, con incremento costante dell’utilizzo della rete. La stessa fonte attesta che il 51% della popolazione dai 3 anni di età in su ha utilizzato il computer e il 48,9% dei bambini dai 6 anni di età ha navigato su internet.

Sappiamo anche che bambini, ragazzini e adolescenti di oggi usano il computer mediamente meglio dei loro genitori e insegnanti, in quanto cresciuti nel mondo dei media.

Traendo ispirazione da esperienze fatte all’estero, ci è sembrato maturo il tempo per costruire un sito web per dare la possibilità ai ‘diretti interessati’, qualora coinvolti in esperienze inquietanti, in cui è tanto difficile comunicare quanto difficile è trovare persone sicure a cui affidare le proprie comunicazioni, di reperire informazioni estese e approfondite sui temi più segreti e ‘invisibili’: la violenza domestica (assistita per il minore) e l’abuso sessuale. Nel sito sono inoltre contenuti suggerimenti per l’autoaiuto, oltre che indicazioni per chiedere consapevolmente aiuto all’esterno.

Un finanziamento del Ministero per le Pari Opportunità ci ha fornito i fondi per realizzare il nostro progetto, a cui hanno lavorato Marinella Malacrea, Cristiana Pessina e Chiara Giovanelli per i contenuti tecnici, mentre l’allestimento web è di Massimo Mazzarini.

Ogni tema (violenza domestica o abuso sessuale) è affrontato con taglio divulgativo ma con precisione tecnica.

E’ organizzato in due sezioni, una dedicata ai bambini e una dedicata agli adulti ‘caregiver’, cioè quegli adulti genitori, educatori, insegnanti, curanti, che vogliano stare consapevolmente accanto al bambino o ragazzo vittime di quelle esperienze.

In ogni sezione è presente un menu che guida alla scelta di sottosezioni: che cos’è, come può avvenire, cosa dice la legge, come ci si sente, ma il peggio è quando… (che allude alla trasformazione della vittima in aggressore), come se ne esce. In ciascuna sottosezione sono presenti materiali e strumenti, che abbiamo già testato ampiamente e con successo nella nostra attività clinica degli ultimi 10 anni.

Nella scelta degli strumenti abbiamo avuto in mente un target di bambini tra gli 8 e i 13 anni, ma molti materiali sono fruibili ben oltre quell’età e, se i piccoli sono accompagnati, anche a una età inferiore.

Immaginiamo il sito come uno strumento in progress: la sua struttura rende possibile per gli amministratori aggiungere o affinare contenuti. ”

Una rete antiabuso di 15mila pediatri e medici di base “sentinella”

Per aiutare le tante piccole vittime di abuso, spesso senza voce, il gruppo Menarini ha deciso di avviare un progetto, unico al mondo, per la creazione di una rete antiabuso di 15mila pediatri e medici di base “sentinella”. In collaborazione con il Telefono Azzurro, la Società Italiana di Pediatria (SIP), la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e l’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI), l’obiettivo è quello di sensibilizzare e di formare i pediatri italiani a riconoscere e intercettare i segnali di eventuali abusi, a partire da quelli inespressi di disagio e sofferenza del bambino, fino alla tutela e promozione del suo benessere.